La storia di Mobydick Editore

Mobydick è una realtà fondata nel 1985 da Giovanni Nadiani e Guido Leotta che si concretizza – inizialmente – con la pubblicazione della rivista “Tratti”. Ma rapidamente l’editrice allarga il proprio raggio d’azione, muovendosi verso tutti quei lettori interessati a scritture inedite, non omologate. Nascono così I Libri dello Zelig – narrativa contemporanea, italiana e straniera; Lenuvole – in cui si dà spazio alla poesia, anche in dialetto e in lingue minoritarie (Mobydick è la casa editrice europea che – con oltre 15 titoli disponibili – vanta il più corposo catalogo di letteratura gallese contemporanea); mentre Lunaria è la collana di “classici” in prima traduzione per l’Italia (con testi di Roth, Pessoa, Dickinson, Flaubert, Balzac …) che valgono alla Casa il Premio per la traduzione del Ministero dei Beni Culturali e numerosi altri prestigiosi riconoscimenti. Mobydick contribuisce alla scoperta di talenti – destinati a corpose affermazioni – quali Lucarelli, Baldini, Fois, Rigosi, Varesi, Gianolio…

Senza dimenticare Fabio Mongardi (tradotto in Francia e nei Paesi di lingua tedesca – dove ha venduto 5.000 copie del suo Il verdetto muto), Giuseppe Longo (anch’egli tradotto in Francia), Barbara Garlaschelli (autrice dello splendido Sirena, ora ripubblicato da Salani, e di FramMenti, che sarà portato in scena nel 2008) nonché Tomaso Franco (recente vincitore del Premio “Tanzi” col suo bellissimo romanzo Il tesoro di ruggine).

Con l’originale collana di audio-libri Carta da Musica (su tutti: Storie di Jazz, racconti di Rigosi e Lucarelli messi in musica dal Faxtet, che vanta anche le incisioni con Sylviane Dupuis e Willem M. Roggeman), si è ricercata la reale commistione di note e parole per progetti diventati poi spettacoli (con Ivano Marescotti, Elena Bucci, Ferruccio Filipazzi, Paolo Nori e altri attori dalla “giusta sensibilità”). Una vocazione, quella di “miscelare” teatro, letteratura e musica, che si concretizza ogni anno nel Tratti’n Festival (manifestazione internazionale che nel 2008 vedrà l’Irlanda come paese ospite) e altre iniziative analoghe: rassegne che si occupano – oggi – del futuro della cultura, senza dimenticare la necessità delle nostre radici.