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La storia dell’oroscopo: come è nato questo fenomeno?

Nel corso di ogni epoca storica, l’essere umano, ha osservato con grande interesse la volta celeste con l’obiettivo di scrutarne i misteri ed i segreti. La scoperta e lo studio delle costellazioni, è risultato fondamentale per i navigatori di ogni epoca e la scansione del tempo attraverso un calendario, è stato utile per organizzare i cicli agricoli.

Ma al di là dei fini pratici per cui gli antichi si appassionarono allo studio degli astri, anche l’interesse per l’influenza che quest’ultimi esercitavano sulle vite umane, risultava essere molto forte. Anticamente, ad esempio, particolari condizioni meteorologiche avverse, potevano far presagire un futuro mesto e non florido. Le fondamenta della moderna astrologia, furono gettate durante l’epoca mesopotamica, intorno al 700 a.c., quando vennero scoperte le prime 15 costellazioni dello Zodiaco. Circa tre secoli dopo, quando grazie all’applicazione di complesse conoscenza matematiche i popoli mesopotamici iniziarono a prevedere gli spostamenti degli astri, venne delineato il primo oroscopo della storia, che prevedeva 12 segni zodiacali. Ma la culla della moderna astrologia, viene fatta risalire all’epoca dell’antico Egitto. Per gli egizi, il corpo umano era suddiviso in 12 parti, ciascuna delle quali, era governata da uno specifico astro. Ad esempio il collo, era sottoposto all’influsso del segno del Toro. Anche i pianeti, destarono un grande interesse nel popolo egizio ed infatti, a ciascuno di loro, venne assegnato un certo significato. L’astrologia influenzò anche l’epoca greca e romana.

Il grande Imperatore Giulio Cesare, grande estimatore del mondo astrologico, scrisse un corposo trattato sul tema. Molto spesso, alcune decisioni di governo, erano assunte solo in funzione di posizioni degli astri favorevoli.

Anche il Medioevo e l’epoca rinascimentale influirono molto sullo sviluppo e l’evoluzione della moderna astrologia. In particolare, l’Italia rappresentò il Paese dove si sviluppò maggiormente rispetto al resto del mondo. In questo periodo, risultò fondamentale il grande apporto nozionistico del popolo Arabo, che vantava grandi matematici come il grande astrologo persiano dell’epoca conosciuto come Albumasar, i cui saggi furono tradotti in latino e diffusi durante l’epoca medioevale in tutta Europa. Albumsar diede vita ad un modello planetario eliocentrico ed anche se purtroppo le sue opere non sono giunte integre sino ai giorni nostri, tutto il suo lavoro ed i suoi calcoli astronomici, sono stati tramandati a noi e tradotti, grazie a numerosi matematici ed astrologi delle epoche a lui successive. Fino al XVI secolo, l’astrologia conobbe un periodo di grande lustro e sviluppo: la materia divenne oggetto d’insegnamento nelle migliori Università di tutta Europa ed all’interno di alcune corti, come quella di Caterina de Medici, furono edificati dei veri e propri centri astrologici, in virtù della grande importanza che l’osservazione degli astri continuò a detenere anche in funzione dell’interpretazione di alcuni catastrofici avvenimenti dell’epoca.

A tal proposito, la causa di gran parte delle epidemie che interessarono la storia medioevale europea, fu ricollegata all’allineamento tra diversi pianeti tra loro discordanti. Durante il XVII secolo, si registrò, invece, soprattutto in Italia, un’inversione di tendenza: l’astrologia e la cartomanzia persero di credibilità e gran parte degli studiosi portati in auge nelle corti fino a qualche tempo prima, vennero banditi dal contesto dell’alta società. Anche nel corso del 800, in tutta Europa, la materia venne ancora in parte denigrata ed assimilata a mera superstizione, mentre nel resto del mondo, la sua diffusione ed il suo sviluppo crebbero a dismisura.

Verso la fine del XIX secolo, l’astrologia ritornò alla ribalta cambiando le sue fondamenta: da arte divinatoria, divenne una vera e propria scienza razionale. Contribuì a riabilitare l’astrologia, agli occhi del mondo accademico, anche lo psicologo Carl Gustav Jung, grande appassionato della materia.